La chiesa di San Lazzaro in Borgo sorge nel XII secolo alle pendici di Monte Mario, su un luogo occupato, in precedenza, da un piccolo luogo di culto, dedicato a Santa Maria Maddalena. L’area interessata, un piccolo borgo, immerso nella campagna romana, detto Fuori Porta Angelica, costituiva uno dei punti di sosta al termine della via Francigena, che in epoca medievale recava dall’Europa del nord a Roma. Monte Mario era detto Mons Gaudii perché offriva ai pellegrini, dopo un lungo viaggio a piedi, la vista di Roma, meta dei loro sforzi.
Probabilmente il borgo comprendeva poche case e una locanda, che circondavano il luogo di culto.
Nel 1187, secondo la tradizione, un pellegrino francese, ammalatosi di lebbra e infine guarito, avrebbe raccolto il denaro necessario per costruirvi una piccola chiesa con annesso un lazzaretto, funzionante con sicurezza nel 1400. L’edificio svolse le funzioni di cappella dell’ospedale, al quale era direttamente collegato.
Da alcune fonti sappiamo che quando il nuovo papa si trovava fuori Roma al momento dell’elezione, sostava nella chiesetta di Santa Maria Maddalena, poi di San Lazzaro e vi indossava i paramenti necessari prima di dirigersi verso San Pietro. E sempre qui i cardinali incontravano le ambasciate dei paesi stranieri.
La chiesa subì ingenti danni durante il saccheggio dei Lanzichenecchi (1527) e venne restaurata un decennio dopo, come ricorda una iscrizione, ad opera di Domenico Garison, e poi ancora intorno agli anni ‘20 del 1600.
A partire dai primi decenni del 1800 la chiesa e il lazzaretto annesso vennero abbandonati; il lazzaretto si distrusse durante una tempesta. Nel 1975 e poi nel 2002 e nel 2004 l’edificio sacro è stato in gran parte restaurato, ad opera della Soprintendenza.
La chiesa, in stile romanico, è caratterizzata da una facciata a capanna, con rosone e due monofore, sormontata da un piccolo campanile del tipo “a vela”, che doveva originariamente essere a due piani. Al di sopra della porta di accesso è lo stemma del capitolo Vaticano, al quale era afferente il luogo di culto. La porta è inquadrata da due basse strutture terminanti con due rocchi di colonna.
Nella parte bassa della facciata, al fianco del portone di ingresso, si possono notare resti della muratura originaria, costituita da blocchetti mal sbozzati in materiale lapideo legati con malta.
Sono documentate altre tecniche edilizie, testimonianti le varie fasi di restauro del monumento (blocchetti rettangolari, mattoni).
L’interno, il cui piano di calpestio è raggiungibile per mezzo di tre gradini, ha pianta rettangolare, e risulta suddiviso in tre navate (mentre l’originario luogo di culto dedicato a Santa Maria Maddalena doveva essere probabilmente a navata unica) per mezzo di sei colonne rastremate, di riutilizzo, diverse tra loro (quattro sono lisce, una tortile e una dorica) sormontate da archi. Le pareti interne sono in gran parte rivestite di intonaco.
La copertura dell’ambiente, a doppio spiovente, presenta capriate lignee. Il pavimento doveva ospitare alcune sepolture. Sono presenti anche cappelle, dedicate a Santa Maria Maddalena, San Lazzaro, San Biagio e San Carlo.
Sulla parete destra è murata una lastra marmorea frammentaria con l’epigrafe Nicolaus hic quiescit.
La decorazione comprende alcuni affreschi, di cui quello principale, sopra l’altare, presenta la dicitura Salvator mundi salva nos.
Francesca Romana Paolillo
Bibliografia
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