Il restauro e la rimessa in funzione dell’orologio ad acqua del Pincio mi ha fatto venire in mente alcune considerazioni su noi e sul tempo.
I romani, pare, chissà perché, abbiano fama di essere dei noti ritardatari e non nell’ordine di qualche minuto ma di ritardi epici, quelli che creano la buchetta sotto i piedi di chi aspetta.
Penso che tutto sia dovuto al rapporto col Tempo, che, se preferite, potremmo chiamare anche Crono.
Una città come Roma, che ha una storia che non si misura in secoli ma in millenni, porta a considerare con un altro spirito il tempo ed è per questo che il romano non da importanza ai minuti, che sembrano bazzecole in confronto all’eternità con cui si confronta ogni giorno.
Altra particolarità tutta romana, o per lo meno l’ho notata in forma così massiccia solo qui, sono gli orologi per le strade, quelli alti su un palo, dal quadrante bianco, rotondo e con i numeri ben marcati in nero. Ce ne fosse uno a Roma che funzioni e che segni l’ora esatta, provate a salire per via Barberini, ognuno che va per conto suo, una vera e propria anarchia temporale !
Che nessuno si occupi di controllarli mi sembra una spiegazione banale, secondo me ognuno si è fermato in un momento particolare: la nascita di Federico, il primo bacio di Anna e Marco, il primo goal d Nino, attimi importanti di romani qualsiasi. Provate anche voi a tenerli sotto controllo e scoprirete che segnano i vostri istanti eterni.
Insomma, se avete amici romani, armatevi di pazienza… non è colpa loro… è il Tempo che scorre in maniera differente in questa città !