Nelle mie pellegrinazioni per Roma vengo a volte sorpresa da qualche angolo inaspettato, ma stavolta la scoperta ha superato ogni mia aspettativa.
Stavo salendo per vicolo di Sant’Onofrio, all’inizio della Lungara, sotto l’ospedale Bambin Gesù, e scopro quel gioiellino che è la Galleria Ex elettrofonica, un nuovo spazio espositivo per l’arte contemporanea.
Chiamarla galleria è riduttivo, non ha nulla della tradizionale galleria d’arte, ma è un’opera d’arte in sè e, perché no, un tassello della storia di Roma.
Il nome deriva infatti da una società che realizzava impianti elettrici applicati alle comunicazioni e che ha avuto lì per decenni i propri magazzini.
Beatrice Bertini, la nipote del proprietario, visto che nessuno in famiglia continuava con l’elettronica ha deciso di cambiare la destinazione dei locali e creare un nuovo luogo per l’arte.
Federico Bistolfi e Alessandra Belia l’hanno aiutata nella realizzazione e il risultato è uno spazio senza spigoli, fluido, di un biancore immacolato. Dovete assolutamente andarlo a provare, sperimentandolo come una seconda pelle, come il guscio di un’avveniristica astronave, che vi trasporterà in altri mondi.
Fino al 20 dicembre il viaggio offerto, grazie alle opere del portoghese Rui Toscano, vi porterà a spasso nell’Universo, navigando tra i paradossi di Olbers, guidati dalla domanda: “Come è possibile che il cielo notturno sia buio nonostante l’infinità di stelle presenti nell’universo?”
Vita lunga e prosperità, viandanti!
La foto inclusa – The Great Curve 2009 – Tripod, wood, iron, MDF, Plexiglas, vinyl, velvet, fluorescent lamp. 172x150x125cm. Rui Toscano – è di proprietà dei rispettivi autori, riproduzione vietata.