Roma è piena di luoghi belli e, quasi, impossibili, uno di questi è Villa Wolkonsky vicino a S. Giovanni in Laterano.
Un’impenetrabile cortina la nasconde alla vista e, se si cerca di occhieggiare dal portone, nella migliore delle ipotesi si è osservati in malo modo dai soldati di guardia. Tanta inaccessibilità è dovuta al fatto che dal 1947 è la modesta dimora dell’ambasciatore britannico.
La villa prende il nome dalla principessa Zenaide, amante storica dello Zar Alessandro I, di cui sposo’ l’aiutante di campo, il principe Nikita Wolkonsky.
Costretta a lasciare la Russia per motivi di convenienza, scelse di stabilirsi a Roma, creando una piccola e raffinata corte, che ospitava volentieri intellettuali e artisti. Mi piace immaginare tra i tanti frequentatori, Gogol, che, sdraiato in giardino, tra un sospiro e un sonnellino, scrive le “Anime Morte”.
Morta la principessa, per strane vie ereditarie, la villa passò ai marchesi Campanari, che la vendettero al governo tedesco, che ne fece la residenza dell’ambasciatore.
Oscuro e funestato da ombre fu l’ultimo periodo di questa occupazione.
La meraviglia della struttura è però il magnifico giardino, talmente celebre in passato da esser raccomandato nella famosa Guida Baedeker.
Memorabili le rose, che traboccavano in cespugli, alberi, arbusti e siepi e che ancor oggi lo dominano da regine, così ospitale verso questi fiori da offrire signorile dimora alla varietà di rosa vincitrice dell’annuale Premio Roma.
Questo tripudio di fiori, alberi, rovine, sentieri, grotte, siepi e acque, oggi accuratamente curato e rivisitato, venne ideato dalla principessa come eterno monumento all’amore.
Sappiamo che due dei viali erano denominati “Allée des Morts” e “Allée des Mémoires” e che un busto di Alessandro osservava il giardino e fungeva da genius loci, in modo che il suo spirito potesse aleggiare nel luogo ricco di calma e bellezza, creato da Zenaide e passeggiarle accanto.
Infine, non solo bello ma anche utile, il nostro giardino produce miele e marmellate “home made“ grazie ai numerosi alberi da frutta e alle attive api, ospitate in tre arnie.
E’ inoltre lo sfondo del tradizionale ricevimento per il compleanno della Regina, il 9 giugno.
Di seguito l’Inno, provate ad impararlo e a cantarlo all’entrata, possibilmente non come i Sex Pistols… forse vi faranno passare… chissà…
God Save our gracious Queen!
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious, happy and glorious,
long to reign over us,
God save the Queen!
La fotografia è di Thomas Toti da UK in Italy sotto licenza CC by-nd 2.0